Un anno fa eravamo tutti con lo sguardo incollato allo schermo a guardare le immagini drammaticamente tragiche della sfilata di carri militari nella città di Bergamo, non che qui fosse diverso, anzi ma questa immagine è diventata il simbolo della sofferenza, del dolore muto e del "lutto mancato".
Oggi la situazione non è cambiata, siamo cambiati forse noi. Siamo più stanchi, più insofferenti, più preoccupati e più soli.
Oggi ricordiamo le vittime sapendo che ce ne saranno molte altre nuove che sapremo solo in tarda serata da un tg.
Oggi oltre a ricordare chi non c'è più dobbiamo sforzarci di trovare la speranza, in fondo al nostro cuore e salvaguardarla.
Oggi dobbiamo ringraziare TUTTI gli operatori sanitari, i volontari e chi ha dato una mano e ancora la sta dando per cercare di uscire da questo incubo.
Oggi dobbiamo ricordarci che siamo una comunità e che se sapremo rimanere uniti, tutto sarà più facile. Nessuno si salva da solo.
Questa sera accenderemo una luce sull'albero dell'ulivo come segno di memoria e speranza, una luce nella notte.