Brevi note biografiche di personaggi roncadellesi (di nascita o d’adozione) che hanno dato un contributo significativo all’evoluzione della vita comunitaria locale nell’ambito educativo-culturale, socio-economico, sanitario, assistenziale, artistico o sportivo.
Cismondi dr. Pietro | Cismondi dr. Pietro – Medico condotto a Roncadelle dal 1861 al 1885. Nato a Breno nel 1821, nel 1861 fu nominato medico condotto a Roncadelle, dove fu molto apprezzato per l’infaticabile e generosa opera di assistenza prestata soprattutto nei confronti dei poveri. La notte del 6 aprile 1885 perse tragicamente la vita, travolto da un treno mentre attraversava il passaggio a livello della ferrovia Milano-Venezia presso la Mandolossa. La sua morte provocò intensa commozione in tutta la comunità locale, che gli riservò “splendidi funerali, quali meritavano la sua pietà ed il suo zelo” e l’Amministrazione comunale nel 1905 gli intitolò una via del paese. La moglie Lucia Mussetti volle ricordarne la memoria destinando, pochi anni dopo, una generosa somma all’istituzione dell’asilo infantile di Roncadelle in memoria del marito. |
Berardi Maria | Berardi Maria – Benefattrice con proprietà a Roncadelle. Figlia di Francesco Berardi, banchiere bresciano e sindaco di Roncadelle dal 1871 al 1884, nacque a Brescia nel 1881. Nel 1896, alla morte del padre, ne ereditò le sostanze insieme alla sorella Zelmira. Donna di profonda religiosità, stabilì un legame costante con la comunità parrocchiale di Roncadelle; le sue generose offerte contribuirono a realizzare nuove opere e ad assistere i bisognosi. Sposata all’avvocato Bonaventura Manzoni ebbe tre figli maschi, che non le sopravvissero: Giorgio (1903) morì ancora giovane, mentre frequentava l’università; Silvio (1906), diventato avvocato come il padre, morì a 43 anni; Giulio (1905), ingegnere edile (è suo il progetto della Casa del Fascio di Roncadelle, ora Centro Civico) morì nel 1954 senza figli. Il marito era deceduto nel 1936. Rimasta sola e senza eredi, la sig.ra Berardi decise di destinare le sue proprietà ad un’opera benefica e si orientò verso il problema dell’assistenza agli anziani meno fortunati. Nel testamento del 1964 destinò la parte più consistente dei suoi beni di Roncadelle e di Brescia all’istituzione di un “Ricovero per vecchi ed invalidi” in memoria dei suoi cari, stabilendo che fosse il parroco pro-tempore di Roncadelle a provvedere all’erezione in Ente Morale e alla gestione del “ricovero, che si dovrà aprire nella mia casa in Roncadelle”. Dopo la sua morte, avvenuta pochi mesi dopo, il parroco don Carlo Vezzoli avviò le pratiche per realizzare la volontà della benefattrice e in seguito don Amilcare Gatelli completò l’opera: la Casa di Riposo “Berardi-Manzoni”, predisposta per ospitare 50 anziani, venne aperta nel 1974. |
Fantoni ins. Alice | Fantoni ins. Alice – Maestra a Roncadelle dal 1901 al 1941. Figlia primogenita di Luigi Fantoni e Maria Facchini, nacque a Stresa nel 1884 e si trasferì con la famiglia a Roncadelle nel 1890. Dal padre, maresciallo dei carabinieri, apprese il rigore morale e un forte senso del dovere, che ne caratterizzarono sempre il comportamento. Abilitata all’insegnamento dal 1901, fu la prima maestra dell’asilo infantile “Pietro Cismondi”. Dal 1905 insegnò nelle scuole elementari di Roncadelle. Dopo 40 anni di insegnamento fu insignita di medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione. Dal 1945 al 1959 presiedette il Consiglio d’amministrazione dell’asilo infantile. Ha vissuto da nubile, insieme alle sorelle, nella casa con brolo in via Roma (costruita nel 1900) fino alla morte, sopraggiunta nel 1973. |
Galbiati ins. Rosa | Galbiati ins. Rosa – Maestra a Roncadelle dal 1897 al 1937 e benefattrice. Nata a Brescia nel 1873, ottenne l’abilitazione all’insegnamento e nel 1897 venne assunta come maestra elementare a Roncadelle, dove nel 1913 sposò l’oste Carlo Facchinetti. Nel 1916 ebbe una figlia, Caterina, morta pochi mesi dopo. Quella perdita segnò profondamente Rosa Galbiati, anche perché l’età avanzata non le consentì di mettere al mondo altri figli e riversò il suo amore materno sui bambini del paese. Nel 1937, dopo 40 anni di insegnamento, venne insignita di medaglia d’oro dal Ministero dell’Educazione Nazionale. Fu a lungo “patronessa” dell’Asilo infantile “Pietro Cismondi”, cui lasciò in eredità la propria abitazione quando morì nel 1943. L’Amministrazione comunale nel 1961 le ha intitolato una via del paese. |
Gatelli don Amilcare | Gatelli don Amilcare – Parroco di Roncadelle dal 1967 al 1998. Nato a Mompiano (BS) nel 1923, entrò in seminario nel 1935. Fu ordinato sacerdote nel 1948. Dopo una breve permanenza ad Agnosine come curato, nel 1951 divenne vicario cooperatore a Rezzato, dove si dedicò soprattutto alla formazione dei giovani, anche attraverso allestimenti teatrali e alla realizzazione dell’Oratorio. Il 29 ottobre 1967 fece il suo ingresso ufficiale come parroco a Roncadelle. Numerose furono le iniziative da lui avviate, rivolte principalmente all’ambito giovanile: dalla Polisportiva all’ANSPI, dai Corsi di cultura ai corsi per fidanzati, dalle riviste-spettacolo ai campi scuola, dalle sfilate di carnevale agli esercizi spirituali. Tra le opere edilizie realizzate durante il suo parrocchiato vi sono la Casa del Giovane con un Palazzetto dello Sport, il nuovo edificio per la Scuola Materna “P. Cismondi”, la Casa di Riposo “Berardi-Manzoni”, la ristrutturazione dell’Oratorio e del cinema-teatro Aurora, la sistemazione della chiesa parrocchiale. Ha dato spazio alle realtà di volontariato già esistenti ed ha sostenuto la nascita di nuovi gruppi e associazioni: Caritas, Gruppo Missionario, Scout Agesci, Filodrammatica, Gruppi sportivi, nonché Centro Sociale, SARC, AVIS, ecc. Di formazione preconciliare e di carattere schivo e riflessivo, seppe essere dinamico e attento ai cambiamenti; fu scrupoloso nei suoi doveri ed esigente nei confronti di sé stesso e dei suoi collaboratori, ma sempre pronto a capire e a perdonare. Amava la grande letteratura, comprese le favole per l’infanzia, e i maestri del pensiero cattolico. Nel 1997 l’Amministrazione comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria di Roncadelle come ringraziamento per il lavoro svolto e per il suo impegno civile e sociale. Nel 1998, raggiunti i 75 anni, ha lasciato la conduzione della parrocchia, ma è rimasto a Roncadelle, dove è spirato nel 2015. |
Maggi contessa Orsolina | Maggi contessa Orsolina – Presidente dell’Asilo di Roncadelle e benefattrice. Figlia del conte Onofrio Maggi di Gradella e di Clementina Kanyak, nacque a Erbusco nel 1872. Nel 1894 sposò il nob. Ercole Guaineri e dal matrimonio nacquero sette figli. A Roncadelle presiedette a lungo l’Asilo infantile “Pietro Cismondi” (dal 1906 al 1922 e dal 1927 al 1944), che gestì con esemplare dedizione e correttezza. Era apprezzata da tutti per la signorilità e la gentilezza del tratto, per la dolcezza del suo sorriso, per la ferma adesione ai principi cristiani, per la costante attenzione ai sofferenti e ai meno fortunati. Morì nel 1958. |
Preganelli cav. Fausto | Preganelli cav. Fausto – Nato a Roncadelle nel 1928, divenne un apprezzato muratore. Nel 1970 fu tra i fondatori della sezione AVIS di Roncadelle, di cui divenne poi attivo e tenace presidente. Il suo costante e generoso impegno fu premiato dal vertiginoso aumento degli associati e delle donazioni di sangue. Più avvezzo a fare che a dire, in molti casi preferiva eseguire lui stesso le diverse incombenze piuttosto che delegarle. Persona semplice ed autentica, si è sempre speso nell’aiutare gli altri e fu amato da tutti per la sua grande bontà d’animo. Nel 1985 venne insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito. Nel 1989 contribuì anche alla nascita del Servizio Ambulanza di Roncadelle. È scomparso nel 1993. |
Ribaudo dr. Vincenzo |
Ribaudo dr. Vincenzo – Medico condotto a Roncadelle. Nato a Messina nel 1903 dal 1° settembre 1950 fu titolare della condotta per il servizio medico-chirurgico nel comune di Roncadelle e di Castelmella. È ricordato per la sua rettitudine e la grande umanità. È deceduto nel 1975 e l’anno dopo gli fu intitolata una via del paese. |
Rodolfi cav. dott. Rodolfo | Rodolfi cav. dott. Rodolfo – Sindaco di Roncadelle e valente medico. Nato a Bogliaco nel 1827, fu valente medico e fervente patriota. Avviato dal padre Giulio agli studi di medicina, mentre era studente universitario a Padova nel 1848 partecipò alla difesa di Venezia dall’assedio austriaco e nel 1949 alle Dieci Giornate di Brescia. Si distinse poi per lo zelo esemplare nell’assistenza agli ammalati e ai feriti di guerra. Promosse un Ospizio marino e una Stazione sanitaria alpina. Si distinse per le nuove coraggiose sperimentazioni in campo medico-chirurgico e per i numerosi studi scientifici. Fu benemerito socio dell’Ateneo di Brescia, che gli conferì la medaglia d’oro al merito filantropico. Nel 1865 divenne primario chirurgo dell’Ospedale di Brescia e nel 1874 fu tra i fondatori della Casa di salute “Moro”, che diresse poi a lungo. Partecipò attivamente anche alla vita amministrativa della città diventando Assessore all’Igiene nel 1886 e preparando un nuovo Regolamento dei servizi sanitari. Dal 1886 al 1891 fu sindaco di Roncadelle, dove possedeva una casa di campagna (poi chiamata “Montecitorio”), sul cui portico aveva fatto applicare grossi medaglioni raffiguranti personaggi del Risorgimento. A Roncadelle si preoccupò di migliorare le condizioni di vita e di salute della popolazione locale, cercando in particolare di debellare il tifo e la pellagra; dotò inoltre il paese della prima illuminazione pubblica e fece innalzare il campanile della chiesa per applicarvi l’orologio pubblico. Morì a Brescia nel 1896.
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Romanino | Romanino (Gerolamo da Romano)Famoso artista che frequentò Roncadelle. Nato a Brescia intorno al 1485, prese il soprannome dalla cittadina di origine della sua famiglia. Ancora giovanissimo si dedicò alla pittura e divenne presto un maestro riconosciuto del rinascimento bresciano, insieme al Moretto e al Savoldo, distinguendosi da loro per una maggiore irrequietezza religiosa e artistica e per il suo stile “antidiligente”. Tra le sue numerose opere vi è l’affresco eseguito tra il 1525 e il 1530 nella chiesa di S. Bernardino a Roncadelle come pala d’altare dell’antico presbiterio (ora sacrestia), da dove è stato strappato nel 1960 per evitargli ulteriori deterioramenti e per essere esposto su un altare laterale della navata. Suo è anche il disegno originario della “Natività”, tela dipinta pochi anni dopo da un suo allievo e conservata nella chiesa parrocchiale di Roncadelle. In quel periodo il pittore aveva preso in locazione dai Porcellaga, che detenevano il patronato della chiesa di S. Bernardino, un “cortivo di Cobiato” con relativo brolo di circa due piò. I Porcellaga chiamarono ancora il Romanino intorno al 1560 per fargli eseguire affreschi nel castello di Roncadelle, dei quali si sono perse le tracce. Il Romanino contribuì così, in modo significativo, al rinascimento locale. Morì intorno al 1566 |
Sironi suor Brigida | Sironi suor Brigida – Religiosa vissuta 50 anni a Roncadelle. Nata a Monte di Rovagnate (Como) nel 1898, prima di vestire l’abito religioso si chiamava Maria Vincenza. Nel 1923 divenne suora dell’ordine della Sacra Famiglia di Spoleto. Trasferita a Roncadelle il 4 ottobre 1934, vi trascorse il resto della sua vita. Era umile e dolce, sempre attenta ai bisogni degli altri, sempre pronta ad ascoltare e consolare. Aveva una vista difettosa e dita nodose, ma il suo sorriso e una sua carezza bastavano a rasserenare ogni bambino. Dopo 39 anni di servizio presso la Scuola Materna “Pietro Cismondi”, in cui ebbe modo di farsi apprezzare per le sue qualità umane e cristiane, nel 1973 ricevette la cittadinanza onoraria del Comune, che intese così manifestarle “il più ampio e vivo riconoscimento per l’opera altamente educativa svolta in favore dei fanciulli di Roncadelle”. Poi venne destinata alla Casa di Riposo “Berardi-Manzoni”, dove continuò a svolgere la sua opera con grande dedizione e discrezione. Morì nel 1985 e sulla sua sepoltura venne apposta una scritta che riassume la sua luminosa testimonianza: “E’ passata in mezzo a noi facendo del bene a tutti”. |
Tranini Carmelita | Trainini Carmelita – Partigiana roncadellese. Nata a Roncadelle il 25/09/1922 – deceduta a Brescia il 26/04/2003 Fin da giovanissima lavora come operaia alla Tempini di Brescia. Nell’ambiente della fabbrica avviene la sua educazione politica e inizia la sua attività antifascista. Dopo il suo licenziamento, si dedica completamente all’attività politica clandestina. Staffetta della 122’ brigata Garibaldi ed incaricata di tenere i collegamenti prima con Milano e poi con Bergamo, viene individuata ed arrestata nel settembre 1944 dall’Upi della Guardia nazionale repubblicana. Resta rinchiusa nella prigione di Canton Mombello di Brescia per circa tre mesi; poi, il 29 novembre 1944, viene trasferita nel carcere di S. Vittore a Milano, dove per un lungo periodo è gravemente ammalata. All’inizio dell’aprile 1945 viene processata e scarcerata. Si rifugia in Val Trompia fino alla liberazione. Alla fine della guerra è eletta nel Consiglio comunale di Roncadelle, lavora nella Federazione del PCI, di cui è militante e svolge un’intensa attività sindacale fino al termine degli anni Quaranta. (fonte: I gesti e i sentimenti: le donne nella resistenza bresciana – percorsi di lettura) Riconoscimenti ed incarichi:
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Treccani Chinelli dr. Vincenzo | Treccani Chinelli dr. Vincenzo–Medico condotto di Roncadelle. Nato a Brescia nel 1874, divenne medico chirurgo e nel 1901 fu assunto come medico condotto a Roncadelle, dove sposò Caterina Dusi, dalla quale ebbe due figli. Dal 1902 al 1905 fu presidente del Consiglio d’amministrazione dell’asilo infantile “Pietro Cismondi”. Esercitò la condotta di Roncadelle e Castelmella fino al 1939 facendosi apprezzare da tutti e meritandosi l’appellativo di “medico dei poveri”. Fu anche ufficiale sanitario del patronato O.N.M.I. di Roncadelle. Venne insignito di un attestato di benemerenza (medaglia d’oro e pergamena) dal Comune. Morì nel 1956 compianto da tutti e nel 1964 l’Amministrazione comunale gli intitolò una via del paese |
Turlini avv. Carlo | Turlini avv. Carlo – Valente avvocato e poeta, con proprietà a Roncadelle. Nato a Brescia nel 1904, seguì le orme del padre Giacomo (magistrato) e divenne un apprezzato avvocato penalista. Dotato di grande sensibilità umana, che proteggeva con una scorza di ritegno e riservatezza, fu appassionato cultore della letteratura e studioso del dialetto bresciano, che utilizzava sovente, sia nelle conversazioni che nelle sue poesie, perché inteso come radice culturale dalle sfumature intraducibili e memoria riconoscibile di una appartenenza comunitaria. Risiedeva in città, ma si rifugiava spesso nei possedimenti di famiglia a Roncadelle, nella casa di campagna in via S. Bernardino, dove compose alcune delle sue più belle poesie dialettali, come “Èl mé bröl” o “La mé campàgna”. La sua raccolta poetica fu pubblicata nel 1951 grazie alle insistenze del libraio-editore Vittorio Gatti e ripubblicata nel 2009 a cura di tre suoi amici di vecchia data: Mino Martinazzoli, Giuseppe Frigo e Cesare Trebeschi. È deceduto a Brescia nel 1964. |
Veneziani Luigi | Veneziani Luigi – Pittore roncadellese. Nato a Roncadelle nel 1926, collaborò con i partigiani durante la guerra di Liberazione. Lavorò come operaio nel tubificio Togni di Brescia e divenne responsabile di reparto nello stabilimento ATB fino alla maturazione della pensione. Coltivò sin da giovane la passione per la pittura, che perfezionò frequentando la scuola di Belle Arti e lo studio di noti pittori bresciani per carpirne i segreti e migliorare la tecnica del disegno e del colore. Manifestò le sue capacità artistiche esponendo le proprie opere in varie mostre personali e collettive, dove ottenne lusinghieri riconoscimenti, anche da parte di critici qualificati. I suoi paesaggi (soggetto da lui preferito) appaiono soffusi in un velo di luce, che li rendono trasognati, quasi irreali. Personalità eccentrica e di schietta matrice bresciana, era affidabile e altruista, sempre disponibile a trasmettere le sue conoscenze e a dare suggerimenti a quanti coltivavano la sua stessa passione. Morì nel 2001. Pochi mesi dopo l’Amministrazione comunale di Roncadelle ha organizzato una mostra in sua memoria e diffuso un catalogo riproducente buona parte delle sue creazioni artistiche.
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Vezzoli don Carlo | Vezzoli don Carlo – Parroco di Roncadelle dal 1944 al 1967. Nato a S. Pancrazio di Adro nel 1901, venne ordinato sacerdote nel 1927. Dopo essere stato curato ad Adro e a Villanuova sul Clisi, nel 1944 fu nominato parroco a Roncadelle, dove esercitò la sua guida spirituale per 23 anni realizzando numerose opere e meritandosi il titolo di arciprete. Nell’area dell’ex-cavallerizza del castello ricavò il nuovo Oratorio maschile con cinema-teatro e una nuova casa per il curato (1945-51); fondò il corpo bandistico parrocchiale (1946); fece ripristinare le campane asportate nel 1942 per esigenze belliche (1951); fece restaurare i paramenti liturgici più preziosi (1953-66), l’antico organo (1959) e quattro dipinti della chiesa parrocchiale (1962); acquistò un’area di circa 13500 mq per una nuova chiesa sussidiaria(1963) che poi non venne edificata; presiedette l’Asilo infantile “Pietro Cismondi” dal 1961 al 1967; ricevette un generoso lascito dalla signora Maria Berardi Manzoni per istituire una Casa di Riposo per anziani (1964). Ma il suo impegno fu particolarmente zelante nella cura delle anime e nell’aiuto concreto alle famiglie disagiate, contribuendo a superare le profonde fratture ideologiche e sociali che si erano create nella comunità locale. Severo e riservato, sensibile e intransigente, fu stimato ed amato da molti Roncadellesi, che trovarono in lui un punto di riferimento. È morto nel 1967. Dal 1978 è ricordato dalla titolazione di una via del paese. |
Braghini Eugenio | Braghini Eugenio– Nato a Brescia nel 1913, lavorò alle dipendenze dello stabilimento industriale S. Eustacchio come operaio specializzato e aderì al Partito Socialista. Come sindaco di Roncadelle, guidò la comunità locale dal 1953 al 1960 impegnandosi a realizzare l’edificio delle scuole elementari, di cui il paese aveva estrema necessità, e a migliorare le condizioni sanitarie del paese. Durante la sua sindacatura venne aperta la prima farmacia a Roncadelle. È morto nel 1981. Nel 1984 gli è stata dedicata una via del paese |
Contessa Don Giacomo | CONTESSA don Giacomo – Parroco di Roncadelle dal 1927 al 1944. Nato a Marcheno nel 1895, fu ordinato sacerdote nel 1918. Come curato a S. Vigilio di Concesio (allora parrocchia autonoma) conseguì il diploma di maestro, organizzò attività culturali, la banda musicale, le scuole serali, una cooperativa, affiancò la cattedra ambulante di agricoltura e fu vicino alle lotte contadine, tanto da essere chiamato “il migliolino”, ossia seguace del sindacalista Miglioli. Mentre il consenso al fascismo andava crescendo, egli rimase una bandiera contro il regime, tanto da essere stigmatizzato dall’avvocatura generale della Procura. In particolare, gli venne imputato di aver boicottato varie iniziative fasciste locali, fino a far soverchiare col suono delle campane la voce degli oratori durante i comizi fascisti. Nel 1927 venne nominato parroco di Roncadelle, dove svolse il suo ruolo di guida spirituale con instancabile attivismo. Diede nuovo impulso alle associazioni religiose della parrocchia (Compagnia di S. Luigi, Figlie di Maria, Unione Madri cristiane, Confraternita del Sacro Triduo, Azione Cattolica) e alle strutture esistenti: Oratorio con un salone teatro e cinque aule di catechismo, ampliamento della chiesa, costruzione della nuova canonica. Nel 1933 fu insignito della Croce di Cavaliere della Corona. Nel 1944 divenne prevosto a S. Maria Calchera in città, dove fornì l’assistenza religiosa anche ai carabinieri di piazza Tebaldo Brusato. Morì nel 1966 ed è stato sepolto nel suo paese natale. |
Gasperi Vincenzo | GASPERI Vincenzo – Calciatore roncadellese. Nato a Roncadelle nel 1937, cominciò a giocare a calcio nella squadra locale. Segnalato al Brescia da un osservatore, frequentò le formazioni giovanili delle “rondinelle” ed esordì nel Campionato 1955/56, in serie B, nel ruolo di centrocampista giocando 15 partite e segnando due reti. La stagione seguente lo vide esordire in serie A con i rossoblu del Bologna. Giocò poi nella Spal, nel Padova, nell’Atalanta, per approdare nel 1961 alla Lazio, dove rimase cinque anni contribuendo a riportare la squadra biancoceleste in serie A. Dopo un brutto infortunio, nel 1966 fu ceduto al Varese e ritornò protagonista facendo raggiungere la serie A anche a quella squadra. Poi, a causa delle condizioni fisiche precarie, venne ceduto al Modena ed infine alla Vis Pesaro in serie C. Ha giocato complessivamente 193 partite in serie A, nel ruolo di difensore o centrocampista, segnando 5 reti, 114 gare in serie B (4 reti) e 49 in serie C. Ha disputato anche una partita in Nazionale Under 23 nel 1959 contro la Spagna e 9 gare in Coppa Italia. Talentuoso e determinato, era conosciuto come giocatore affidabile e leale. Dai compagni di squadra era soprannominato “garibaldino”. Dopo una lunga carriera di allenatore di squadre dilettantistiche, è morto a Monte S. Pietro (Bologna) nel 2003. |
Dott.Giulio Navoni | NAVONI dott. Giulio – Medico condotto di Roncadelle. Nato nel 1922 dal cav. Giuseppe e dalla N.D. Lucia Rodolfi, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Milano, ma dovette interrompere gli studi universitari durante la “Repubblica di Salò”, in quanto costretto dai tedeschi a prestare servizio presso l’Ospedale militare di Gardone Riviera. Attraverso quell’esperienza drammatica, in cui subì angherie e maltrattamenti da parte dei militari, in un contesto di grande sofferenza, a contatto con feriti gravi straziati dai combattimenti, maturò una grande sensibilità ed attenzione verso gli invalidi di guerra. Ottenuta la laurea, lavorò nel reparto di Medicina degli Spedali Civili di Brescia. Nel 1950 vinse la condotta di Roncadelle-Castelmella, che esercitò fino al 1992, stabilendo la propria residenza a Roncadelle, accanto alla casa di campagna edificata dal bisnonno Rodolfo Rodolfi. Si specializzò in Medicina Preventiva dei Lavoratori a Pavia e completò la sua preparazione medica con studi di cardiologia e radiologia. È stato animatore del Circolo culturale locale negli anni ’60 e socio fondatore dei Lions Cidneo. Oltre alla gratitudine di molti suoi assistiti, ricevette molte attestazioni e riconoscimenti per il suo impegno nell’ambito medico-assistenziale. Insignito nel 1977 dell’onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica, nel 1996 fu nominato Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica. La morte lo ha colto nel 2021 alla soglia dei cento anni.
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Spagnoli Angiolina | SPAGNOLI Angiolina (Lina) – Attivista e assessora di Roncadelle. Nata nel 1935, iniziò a lavorare a dieci anni in un calzificio artigianale per aiutare la mamma, il fratello minore e il padre malato. Eletta in Consiglio comunale nel 1973, si fece promotrice dell’U.D.I. a Roncadelle e ne divenne segretaria. Nel 1977 entrò nella giunta Tobanelli come assessore ai Servizi Sociali. Fu poi anche vicesindaco e assessore all’urbanistica e all’edilizia privata. La sua grande attenzione verso le esigenze del mondo femminile, dei bisognosi e della terza età la impegnarono nella realizzazione dell’asilo nido, di alcuni monolocali e bilocali comunali e del Centro Sociale per anziani (1986), di cui fu presidente fino al 2014, anno in cui ebbe il premio Giovanni Foppoli da parte del collegio senatoriale e della Spi-CGIL di Brescia come riconoscimento per il suo impegno a favore degli anziani. È morta nel 2020. |
PORCELLAGA Pietro detto Pecino – Valente imprenditore con proprietà a Roncadelle. Nato a Brescia intorno al 1340, rimase orfano ancora minorenne del padre Giovannino che, dopo aver investito i proventi degli allevamenti suini acquistando terreni a Roncadelle e Fiumicello, aveva aperto nel 1342 una grande macelleria in città e ottenuto l’appalto dei dazi di Roncadelle e dei “saletti” del Mella intorno al 1345. Insieme al fratello Bertolino, Pecino continuò poi ad investire nell’acquisto di terreni a Roncadelle e dintorni. Raggiunta una certa agiatezza economica, i Porcellaga proseguirono la loro ascesa sociale imparentandosi con famiglie importanti e sostenendo i nuovi signori di Brescia. Intorno al 1364 Pecino ereditò vari beni dai parenti (scomparsi forse a causa delle ricorrenti epidemie) e si caricò di tutti i doveri e le responsabilità legate alla gestione di un patrimonio considerevole. Imprenditore capace, accorto e lungimirante, si prefisse obiettivi sempre più ambiziosi. Continuò ad accrescere i possedimenti terrieri, anche acquistando da Bonifacio Ugoni una grossa azienda agricola a Roncadelle (122 piò di terreni) nel 1389, e ne incrementò il valore rendendoli produttivi e progettando una seriola che, prendendo le acque del Mella a Cobiato (ora Collebeato), potesse irrigarne la maggior parte. Nel 1385 entrò a far parte del Consiglio Generale di Brescia. Fece intraprendere gli studi in giurisprudenza al figlio primogenito Galeazzo (avuto dalla prima moglie Agnesina Palazzolo), che diventerà il capostipite del ramo Porcellaga più impegnato a livello istituzionale, mentre il figlio Antonio divenne banchiere, tesoriere del Comune di Brescia e sovrintendente della ricostituita zecca cittadina. Il figlio Marco (avuto dalla seconda moglie, Stefanina) si interessò invece delle proprietà di Roncadelle, dove edificherà il castello Porcellaga. Tipico rappresentante della borghesia produttiva del Trecento, destinata a prendere il posto dell’antica nobiltà, Pecino pose le basi per l’affermazione sociale della sua dinastia, ma ha anche il merito di aver dato, con interventi e investimenti di grande portata, un nuovo impulso allo sviluppo economico e demografico di Roncadelle, il terzo e più decisivo dopo quello della centuriazione romana e quello del monastero di S. Giulia. Pecino morì intorno al 1392. Pochi anni dopo sorse il castello di Roncadelle, intorno al quale si andò formando il paese e la nuova comunità locale.
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Agosti don Faustino – Parroco di Roncadelle dal 1660 al 1696. Nato a Brescia nel 1632 da famiglia benestante, divenne sacerdote e, a soli 28 anni, fu chiamato a guidare la comunità cristiana di Roncadelle, che in quel periodo stava uscendo da un lungo periodo di oppressioni e violenze imposte dai signorotti locali. Ricordato da un’iscrizione sotto il suo ritratto (conservato in parrocchia fino a pochi decenni fa) per “l’integrità morale, la carità cristiana e la sollecitudine pastorale”, don Faustino scelse di vivere in comunità con i suoi collaboratori diretti e seppe interpretare l’ansia di rinnovamento morale della popolazione locale. Oltre ad ingrandire ed abbellire la chiesa di S. Bernardino, egli provvide infatti a ricostruire la comunità sulla base dei comuni valori cristiani ed a migliorarne le condizioni di vita. Istituì una scuola parrocchiale per fanciulli (la prima di cui si abbia notizia a Roncadelle) e il suo impegno pastorale puntò molto anche sull’istruzione religiosa. I dati sull’incremento della partecipazione alla vita comunitaria e il diffuso apprezzamento nei confronti della sua guida spirituale, stanno a testimoniare la validità del suo impegno. Né bisogna trascurare l’aiuto, anche economico, che egli seppe offrire alla popolazione più indigente. Un suo lascito testamentario alla parrocchia consentì, oltretutto, alla popolazione locale di alleggerire il contributo finanziario che si era impegnata a versare annualmente per la manutenzione della chiesa e dei sacerdoti. Morì nel 1696 tra il compianto generale. |
Manenti Angelo Nato e cresciuto in una famiglia contadina, diventò il primo sindaco di Roncadelle eletto a suffragio universale dopo la tragica esperienza del fascismo e della guerra. La sua lista socialcomunista ottenne infatti 976 voti contro i 495 della lista democristiana. Rivestì l’incarico di primo cittadino dall’aprile 1946 al settembre 1953 cercando di migliorare le condizioni di vita e di lavoro della popolazione locale. Nel 1950 fece asfaltare le principali strade interne del paese e realizzò in via Roma i locali per l’ambulatorio medico, l’ufficio collocamento, lo spaccio comunale e i lavatoi pubblici. Nel 1951 fu aperta ad Antezzate una scuola elementare per i bambini della zona. Uomo semplice, onesto, sensibile, sorretto da nobili ideali, Manenti rimase contadino per tutta la vita e impegnato per il riscatto sociale dei lavoratori (nella C.G.I.L.). È deceduto nel 1974. Due anni dopo gli fu intitolata una via del paese.
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![]() | SALA prof. Luigi (Gino) – Sindaco di Roncadelle dal 1960 al 1973. Nato a Palazzolo s/O nel 1928, frequentò l’ITIS e a 18 anni si trasferì con la famiglia a Roncadelle, dove sposò Stella Gasperi. È stato insegnante apprezzato a Brescia presso gli Artigianelli, l’Istituto “Moretto” e l’ITIS. Si è impegnato nella Democrazia Cristiana, che ha portato alla vittoria nelle elezioni comunali di Roncadelle del 1960 e poi ancora nel 1964 e nel 1970. Come sindaco, dopo aver inaugurato il nuovo edificio delle scuole elementari (voluto dalla precedente amministrazione), ha fatto costruire la Scuola Media, ha fatto asfaltare e illuminare molte strade del paese, ha fatto arrivare il metano in molte case. Inoltre ha fatto adottare un regolamento edilizio comunale e il primo Piano di Fabbricazione. Durante la sua sindacatura, a Roncadelle venne aperto il primo sportello bancario, realizzato il villaggio Marcolini, favoriti i primi insediamenti industriali, disputato un campionato di ciclismo su strada per dilettanti. Nel 1973, una lacerazione interna al partito democristiano sulla sua gestione amministrativa, lo costrinse alle dimissioni. La sua attività politica proseguì come assistente dell’on. Mario Pedini. Gini Sala amava la musica e la montagna. Molti lo ricordano come “maestro buono”, sempre disponibile ad ascoltare e a confrontarsi con tutti. Negli ultimi anni, quando le sue difficoltà fisiche ne avevano limitato la vita sociale, è stato amorevolmente assistito dai familiari, finché il Covid lo ha colpito nel 2020. È sepolto a Roncadelle. |
Guaineri Scipione | GUAINERI Scipione - Sindaco e benefattore di Roncadelle. Nato nel 1827 dal nob. Ercole e dalla contessa Barbara Fè d’Ostiani, nel 1859 sposò la contessa Marianna Martinengo Cesaresco (1840-1900), dalla quale ebbe cinque figli. Nel 1862 ereditò dal padre le proprietà di Roncadelle: circa 400 piò di terreni con vari stabili e l’antico palazzo detto “castello”, di cui nel 1868 fece costruire l’ala nord, allora formata solo da una doppia fila di muri, da un’entrata coperta e da un vecchio granaio. Poi, nel 1874-75, presso l’ala occidentale del castello fece erigere alcune opere rurali. Tra i diritti-doveri legati al castello, vi era il giuspatronato sulla chiesa di San Bernardino con il diritto di scegliervi il parroco, al quale doveva versare un canone annuo per il mantenimento. Il Guaineri, come i suoi predecessori, si dimostrò sempre sensibile alle esigenze della popolazione e disponibile ad accoglierne le richieste. Rimase a lungo soprintendente comunale alle scuole elementari. Fu sindaco di Roncadelle dal 1863 al 1870 e poi ancora dal 1897 al 1904. Nel 1902 cedette al Comune il terreno per realizzarvi la sede del municipio, opera resasi ormai necessaria per una popolazione di circa 1400 abitanti, con 11 dipendenti comunali ed una cronica carenza di aule scolastiche adeguate. Il nuovo edificio poté così ospitare, al piano terreno, gli uffici comunali, l’asilo infantile (realizzato anche grazie al generoso lascito di Lucia Mussetti ved. Cismondi), un refettorio con cucina e un ampio portico; mentre al piano superiore si ricavarono due aule per la scuola elementare, la sala consiliare e l’ufficio del segretario comunale. Scipione Guaineri morì nel 1904 e venne sepolto nella tomba di famiglia al Vantiniano di Brescia. |
| Perani Franco – Imprenditore innovativo. Nato a Torbole Casaglia nel 1924, quinto figlio di Osvaldo e di Rosa Franzosi, visse qualche anno a Brescia, dove conobbe l’amata Noemi, che sposò nel 1946 e da cui ebbe quattro figli. Nel 1950 si trasferì a Roncadelle, dove aprì un’officina e si attivò per far collegare alla rete elettrica le case sparse che andavano sorgendo tra le due antiche contrade. Nel lavoro poté esprimere le sue capacità e la sua creatività, che seppe poi trasmettere ai figli. Collaborò attivamente con il parroco Amilcare Gatelli in varie iniziative, dagli spettacoli teatrali alla stampa dei biglietti augurali per i compleanni dei roncadellesi, dalla realizzazione delle Opere giovanili alla ristrutturazione dell’Oratorio, dalla sistemazione della macchina dei Tridui al restauro del campanile e delle campane, trovando sempre soluzioni ai vari problemi tecnici che si presentavano. Il suo ingegno come artigiano e meccanico sembrava non conoscere limiti: creò una macchina capace di fare 8 fori in contemporanea su 4 piani diversi per i frontali delle Lambrette e per i ceppi dei freni, le draghe per cavare i sassi e separarli dalla ghiaia nel Mella e nelle cave del territorio, un forno per lavorare e verniciare i lampioni di illuminazione stradale usando una resistenza di costantana (lega di rame e nichel, le cui proprietà si scopriranno 30 anni dopo). Applicò l'oleodinamica in macchine da lui progettate per la lavorazione dei tubi degli sterzi delle automobili. Fra i suoi lavori vi furono anche il laboratorio di sartoria, i silos per la segatura per i falegnami, le bricchettatrici, le caldaie a segatura, gli strettoi e i forni fusori per l'alluminio. Lavoratore instancabile e responsabile, offrì opportunità di apprendimento e di lavoro ai giovani che a lui si rivolgevano e si mostrò sempre attento alle necessità della comunità locale. È morto nel 2006 lasciando un diffuso e grato ricordo di sé. |
Piazza Franco | PIAZZA Franco - Fotografo roncadellese Nato a Roncadelle nel 1947 da Pietro e Maria Lupatini, fu operaio alla Breda, batterista nel gruppo musicale “I cavernicoli” e fotografo al Violino. Dopo il matrimonio nel 1970 con l’insegnante Renata Di Lorenzo, aprì uno studio fotografico a Brescia in via Tosio n. 15/b, cui si accedeva da un cortiletto ornato da un suggestivo e profumatissimo glicine. Qui ebbe modo di esprimere le sue capacità professionali e creative utilizzando spesso la tecnica del viraggio seppia, in cui era maestro, e l’effetto flou d’ispirazione hamiltoniana. Il ritratto era la sua passione, anche se il reportage sociale e la fotografia di viaggio lo coinvolgevano spesso, con la sua inseparabile Hasselblad Reflex. Morì di tumore l’8 gennaio 1981 a soli 33 anni, lasciando indimenticabili ritratti della giovanissima figlia Francesca. |
Tadini Don Giulio | TADINI don Giulio – parroco a Roncadelle dal 1882 al 1899 Nato nel 1839 a Verolanuova da Pietro (segretario comunale) e Antonia Gadola, compì gli studi elementari a Verolanuova e frequentò il ginnasio a Lovere. Entrato in seminario, fu ordinato sacerdote nel 1862 e rimase a lungo curato a Verolanuova, mentre il fratello minore Arcangelo ne seguì le orme. Nominato parroco a Roncadelle nel 1882, favorì lo sviluppo di nuove associazioni parrocchiali, come il Terz’Ordine francescano, la Confraternita del Sacro Cuore (cui dedicò un altare con relativa statua) e i Cinturati. Sostenne la devozione delle Quarantore, quella del Sacro Cuore (il primo venerdì di ogni mese) e quella mariana. Accolse il vescovo Corna Pellegrini in visita pastorale nel 1886, in un periodo in cui lo sviluppo industriale della periferia cittadina e la linea tramviaria Bresci-Soncino favorivano nuovi insediamenti (soprattutto operai) a Roncadelle e in cui si andava diffondendo il movimento socialista tra crescenti tensioni sociali e contrapposizioni ideologiche. Meno intransigente del fratello Arcangelo, parroco a Botticino, don Giulio condivideva le idee concilianti e liberaleggianti del sacerdote e teologo bresciano Geremia Bonomelli (vescovo di Cremona dal 1871), che intendeva superare la frattura tra la Chiesa e lo Stato. Animato da uno spirito tranquillo e “grandemente caritativo”, don Giulio lasciò un grato ricordo di sé nella popolazione locale. Nel 1899 venne promosso arciprete ad Oriano, dove morì nel 1909. Suo fratello Arcangelo, deceduto nel 1912, è stato proclamato santo nel 2009. |
Zinoni Giancarlo | ZINONI Giancarlo – Attivista politico e saggista. Nato ad Azzanello (CR) nel 1927, frequentò l’Istituto “Moretto” di Brescia e collaborò con i partigiani nel 1945. Attivista comunista, fu funzionario di partito in Val Camonica nei primi anni ’50. Fu poi impiegato tecnico per venti anni alla Pirelli di Milano, dove ebbe modo di approfondire varie questioni di carattere teorico e tecnico. La sua passione per la navigazione lo stimolò a costruirsi da solo a Puegnago del Garda (dove si ritirava d’estate per eseguire lavori di falegnameria e di restauro) una barca a remi di 5 metri e poi un’altra a vela di 11 metri. Stabilitosi a Roncadelle nel 1981, fu segretario della locale sezione del P.C.I., animando la vita politica locale, spesso in funzione di coscienza critica. Ha fatto parte della Fondazione Micheletti di Brescia ed ha pubblicato alcuni saggi, come “Valcamonica 1954: ricostruzione e politica dei comunisti” (1982), “Il sistema autoritario” (1993), “Vivere il ferro: materiali per una storia della siderurgia bresciana in epoca moderna” (2003). Si è cimentato anche con la poesia: cinque sue composizioni sono state pubblicate sull’antologia poetica “Sfumature” a cura del Comune di Roncadelle (2005). “Comunista e marxista eretico” scrive P.P. Poggio “scontò le sue scelte fino a farne in qualche misura un isolato”. È morto nel 2005, mentre si stava dedicando alla stesura di nuovi saggi. |