FEDRISA

Mercoledì, 9 Aprile, 2025 - 16:30
Ufficio: 
Cultura e Sport
Data pubblicazione: 
Mercoledì, 9 Aprile, 2025
Area Tematica: 

La cascina Fedrisa (o Federicia) prende il nome dai nobili Federici, che nel Medioevo avevano possedimenti in Val Camonica e in Franciacorta.

 

Nel ‘400 i Federici s’imparentarono anche con i Porcellaga (v.), signori di Roncadelle, ed entrarono in possesso di alcuni terreni a nord della strada per Travagliato nei pressi del Gandovere (v.). Qui costruirono la loro cascina per la conduzione della proprietà, che all’inizio del ‘500 apparteneva a Filippo Federici. Qui fecero scavare i necessari canali di irrigazione (derivati dal Gandovere e dal Mandolossa (v.). Qui arrivò anche la roggia Castrina, fatta costruire all’inizio del ‘500 dalla famiglia Castrini.

La cascina venne descritta, alla metà del ‘600, come “casa per uso del patrone et massaro et malghese, con ara et horto et chiesiola”. Si trattava di un complesso rurale, in cui vi era sul lato nord-occidentale l’abitazione del proprietario (o del suo fattore) con un bel portico rivolto a sud, un’ampia aia ed un vasto brolo “cinto di siepi” di circa 4 piò. Le colombaie, a forma di torrette, davano al complesso rurale l’aspetto di un piccolo fortilizio, come si può ancora notare passando sulla strada di Travagliato.

Vi era anche una cappella dedicata a S. Francesco. Una delle stanze padronali risulta tuttora affrescata con scene di vita francescana; il che lascia supporre la presenza, per un certo periodo, di frati dell’ordine francescano.

Tra le pertinenze, vi era a nord della cascina “un feniletto con un tratto di casa et un poco di horto”, dove venne ricavata anche una piccola stalla.

All’inizio del ‘700, durante la guerra di successione spagnola, la cascina subì saccheggi e danneggiamenti (come tutte le cascine locali) ad opera degli eserciti che si fronteggiavano sul territorio bresciano. Ed il proprietario, Pompeo Federici, chiese alle autorità bresciane di essere rimborsato.

Poi la proprietà (cascinale e terreni) venne divisa, in parti quasi uguali, tra due rami della famiglia. All’inizio dell’800 la parte occidentale, con la dipendenza del Finiletto, apparteneva a Gaetano Federici fu Gerolamo, mentre la parte orientale era di proprietà di Federico Federici fu Lodovico. I terreni, che avevano un’estensione complessiva di circa 156 piò, erano in parte tenuti a prato ed in parte coltivati a cereali e a vite.

Alla metà dell’800 le due proprietà risultano intestate a Pietro Rossi (parte ovest con Finiletto) e a Carlo Rossa (parte orientale). Nel tardo ‘800 la Fedrisa divenne di proprietà di Pietro Ghio e gestita a lungo da fattori locali, tra cui i Falappi. La parte orientale della cascina è stata infine acquistata e restaurata dalla famiglia Mascioli, mentre la parte più antica è rimasta a lungo trascurata.

 

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