Da alcuni giorni, presso il Parco Cono Ottico sono in corso i lavori per la realizzazione del cosiddetto “pozzo pilota”, per verificare la fattibilità di un nuovo pozzo comunale a Roncadelle: si tratta dell’ultimo atto di una serie di interventi che l’Amministrazione Comunale ha posto in essere per affrontare e risolvere una situazione relativa al servizio idrico che fino a qualche anno fa non poteva che essere definita critica.
Le diverse competenze servizio idrico
Dall’anno 2008 la gestione del Servizio Idrico Integrato - SII (pozzo, acquedotto, fognatura e depurazione) non è più in capo ai comuni, come avveniva prima, ma è passata all’Autorità d’Ambito della Provincia di Brescia (ATO), soggetto oggi non più esistente in quanto soppresso dalla legge 191/2009. A partire dal luglio 2011 è quindi cessato il Consorzio Autorità d’Ambito della Provincia di Brescia e le funzioni sono state trasferite all’Ufficio d’Ambito della Provincia di Brescia, in qualità di azienda speciale provinciale.L’ATO coincide dunque con il territorio della provincia e ricomprende i 206 Comuni bresciani; per maggiori informazioni sulle funzioni e competenze è possibile consultare il sito internet, dove si trova anche la carta del servizio idrico integrato: www.aato.brescia.it. A causa di vicende “storiche”, il SII del Comune di Roncadelle non è purtroppo in capo ad un unico gestore, come sarebbe auspicabile per garantire la massima efficienza. Più esattamente, la rete di distribuzione dell’acqua è gestita dal 1991 da Erogasmet S.p.A., in forza di una convenzione che scadrà, salvo diverse determinazioni di legge, nel 2021. Il servizio di captazione del pozzo, il sistema fognario e la gestione del depuratore invece sono stati affidati provvisoriamente nel 2008 dall’ATO ad A2A Ciclo Idrico. Tale affidamento è scaduto il 31/01/2011 e la società A2A sta proseguendo la conduzione dell’impianto al fine di garantire l’erogazione del servizio. Da questa premessa, risulta chiaro il ruolo marginale dei comuni, che possono solo fare da “portavoce” dei diritti e delle richieste dei propri cittadini.
Le problematiche emerse
Nell’estate del 2012 hanno cominciato a manifestarsi alcune problematiche relative alla pressione e alla portata dell’acquedotto, che interessano maggiormente le utenze più lontane dal pozzo e i piani più alti degli edifici. Abbiamo sollecitato prontamente i tre soggetti interessati (ATO, Erogasmet e A2A Ciclo Idrico) ad incontrarsi ad un “tavolo tecnico” per affrontare il problema, la cui gravità richiedeva il superamento di logiche settoriali delle responsabilità delle singole aziende e il perseguimento di una visione unitaria. La cosa si è rilevata più complicata del previsto: abbiamo assistito ad un certo rimpallo di responsabilità, accompagnato da relazioni scritte che, al contrario di quello che era percepibile girando per il paese, tendevano a fornire versioni tranquillizzanti, dicendo che non esistevano particolari difficoltà. È solo la determinazione dell’Amministrazione Comunale che ha consentito, circa un anno fa, di uscire dallo stallo e di programmare una serie di interventi migliorativi.
Cosa è stato fatto
Dopo alcuni approfondimenti svolti da ditte specializzate sul reale stato di consistenza della rete distributiva e sulla salute del pozzo, tra la primavera e l’autunno scorsi sono stati realizzati i seguenti interventi:
- sono stati riparati 15 punti individuati come i più critici nella rete di distribuzione;
- si è proceduto a suddividere l’acquedotto comunale in 8 zone, tramite l’istallazione di apposite saracinesche, in modo da poter individuare più facilmente problemi non ancora emersi e ridurre il disagio in caso di rotture, isolando la porzione in cui si deve intervenire;
- sono state poi inserite in diversi punti della rete le valvole cosiddette “anti colpo di ariete” per neutralizzare le variazioni improvvise di pressione e ridurre la possibilità di danneggiamenti o rotture con fuoriuscita di acqua;
- con lo stesso obiettivo sono state installate valvole di sfiato dell’aria;
- sono state installate, in particolare nei punti più lontani dal pozzo, valvole di rilancio della pressione, per mantenerla pressoché costante in tutta la rete;
- si è intervenuti sulla regolarizzazione diurna e notturna della pressione e della portata media dell’acqua immessa dal pozzo di via S. Giulia nell’acquedotto, anche attraverso l’installazione di un nuovo inverter per tarare la pressione di erogazione a 3,2 bar, rispetto alla precedente di 4,2 bar;
- sono state completamente rifatte le tubature nelle vie Zambarda e Terracini (intervento recente), dove le rotture erano state più frequenti.
L’esito di questi interventi è stato decisamente positivo: la pressione dell’acqua si è decisamente stabilizzata e le rotture con conseguenti perdite di acqua sulle strade roncadellesi si sono di fatto azzerate.
Cosa resta da fare
Gli interventi in programma sono sostanzialmente due:
- il primo, quello decisamente più semplice, è il completo rifacimento delle tubature lungo via S. Bernardino, compresa la traversa in fondo alla via, prima del semaforo; i lavori si svolgeranno tra luglio e agosto e saranno seguiti dalla riasfaltatura della strada;
- il secondo invece, molto più complesso e costoso, è la realizzazione di un nuovo pozzo; l’orientamento dell’Amministrazione Comunale, già condiviso con ATO, A2A Ciclo Idrico ed Erogasmet è di localizzarlo nei pressi del parco Cono Ottico, su area pubblica (per risparmiare tempi e risorse), con una profondità di pescaggio di 140-150 metri nella cosiddetta “zona villafranchiana”; l’idea è sfruttare una falda diversa da quella utilizzata dal pozzo di via S. Giulia, più profonda e dunque meno soggetta ad inquinanti, come ad esempio i nitrati presenti con concentrazioni maggiori nei sottosuoli agricoli; da alcune settimane si sta procedendo a sondare la situazione attraverso un “pozzo pilota” e, se l’esito sarà quello sperato, si potrà procedere con la progettazione esecutiva. Un nuovo pozzo a Roncadelle serve per garantire un efficiente servizio idrico, sia alle utenze presenti (familiari e produttive), che a quelle future e il costo stimato è pari a circa 500.000 euro: per evitare di incorrere nei vincoli del Patto di Stabilità, l’intenzione dell’Amministrazione Comunale è di utilizzare parte delle risorse messe a disposizione dal soggetto attuatore nell’ambito del Piano Integrato Mella 2000. Ovviamente questa opera, per i motivi detti all’inizio dell’articolo, è di competenza dell’ATO e non del nostro Comune: per questo l’ATO si è già fatto carico di chiedere all’Autorità nazionale che regola la gestione del ciclo idrico di poter inserire nella propria programmazione anche il pozzo di Roncadelle e se la cosa andrà in porto – come ci si augura e come è doveroso che sia – le risorse inizialmente impegnate dal Comune si libereranno e potranno essere utilizzate per gli obiettivi per cui erano state previste.